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Parte Seconda (dal persiano)

1. O VOI, CHE AVETE MENTE PER COMPRENDERE ED ORECCHIE PER UDIRE!

Il primo appello del Diletto è questo: O Mistico Usignolo! Dimora unicamente nel roseto dello Spirito. O Messaggero del Salomone dell’amore! Non cercare rifugio altrove che nella Saba del beneamato. O fenice immortale! Non soffermarti che sul monte della fedeltà. Ivi è la tua dimora, se sulle ali dell’anima t’innalzi al regno dell’infinito e cerchi di raggiungere la mèta.

2. O FIGLIO DELLO SPIRITO!

L’uccello cerca il suo nido; l’usignolo l’incanto della rosa; mentre codesti uccelli, i cuori degli uomini, paghi della polvere fugace, si sono smarriti lungi dal loro nido eterno e, gli occhi rivolti verso la melma dell’incuria, sono orbati della gloria della presenza divina. Ohimè! Com’è strano e pietoso; per una mera ciotola d’acqua si sono privati dei fluttuanti mari dell’Altissimo e sono rimasti lontani dal più fulgido orizzonte.

3. O AMICO!

Nel giardino del tuo cuore non piantare altro che la rosa dell’amore e non lasciarti sfuggire l’usignolo dell’affetto e del desiderio. Fa’ tesoro della compagnia dei giusti e schiva ogni comunanza con gli empi.

4. O FIGLIO DELLA GIUSTIZIA!

Dove può l’innamorato volgere i passi, se non verso la terra dell’amata? E quale ricercatore può trovare pace lungi dal desiderio del suo cuore? Per il fido amante l’unione è vita e la separazione morte: il suo petto è privo di pazienza e il suo cuore non ha pace. Egli rinunzierebbe ad una miriade di vite per affrettarsi verso la dimora dell’amata.

5. O FIGLIO DELLA POLVERE!

In verità ti dico: Di tutti gli uomini il più negligente è colui che disputa vanamente e cerca d’avvantaggiarsi a scapito del fratello. Dite, fratelli! Opere e non parole siano il vostro ornamento.

6. O FIGLIO DELLA TERRA!

Sappi invero che il cuore ove ancora permane la minima traccia di invidia non raggiungerà mai il Mio dominio eterno, né aspirerà i soavi profumi di santità che emanano dal Mio Santo regno.

7. O FIGLIO DELL’AMORE!

Non v’è che un passo che ti separi dalle gloriose, eccelse vette e dal celestiale albero dell’amore. Fa’ un passo e col seguente inoltrati nel regno immortale ed entra nel padiglione dell’eternità. Quindi presta ascolto a ciò che è stato rivelato dalla Penna della gloria.

8. O FIGLIO DELLA GLORIA!

Percorri veloce il sentiero della santità ed entra nel cielo della comunione con Me. Forbisci il tuo cuore col brunitoio dello spirito e affrettati verso la corte dell’Altissimo.

9. O FUGACE OMBRA!

Oltrepassa gl’infimi stadi del dubbio e innalzati alle eccelse vette della certezza. Apri l’occhio della verità, affinché tu possa mirare la Bellezza senza veli ed esclamare: “Benedetto sia il Signore, l’eccelso fra tutti i creatori!”

10. O FIGLIO DEL DESIDERIO!

Presta ascolto a questo: Giammai occhio mortale riconoscerà la bellezza eterna, o cuore senza vita troverà godimento altrove che nel fiore avvizzito; poiché ogni simile cerca il proprio simile e trova piacere nella compagnia di chi gli è pari.

11. O FIGLIO DELLA POLVERE!

Bendati gli occhi onde mirar la Mia bellezza, turati le orecchie onde ascoltar la dolce melodia della Mia voce; svuótati di tutto il tuo sapere per aver parte del Mio sapere e santificati dalle ricchezze per ottenere una porzione duratura dall’oceano della Mia ricchezza eterna. Bendati gli occhi, cioè, a tutto fuorché la Mia bellezza; tùrati le orecchie per ascoltare solo la Mia parola, svuótati di tutto il sapere fuorché la conoscenza di Me, sì che con chiara visione, cuore puro e orecchio attento, tu possa entrare nella corte della Mia santità.

12. O UOMO DALLE DUE VISIONI!

Chiudi uno dei tuoi occhi e apri l’altro. Chiudi l’uno al mondo e a tutto ciò che è in esso, e apri l’altro alla santa bellezza del Diletto.

13. O MIEI FIGLIOLI!

Io temo che, privati della melodia della colomba celeste, voi ricadiate nelle tenebre dell’assoluta perdizione e, non avendo mai mirato la bellezza della rosa, ritorniate ad essere acqua e fango.

14. O AMICI!

Non abbandonate la bellezza eterna per una beltà che deve perire e non riponete i vostri affetti su questo mortale mondo di polvere.

15. O FIGLIO DELLO SPIRITO!

Tempo verrà che l’usignolo della santità non rivelerà più gli intimi misteri e voi sarete privati della melodia celestiale e della voce superna.

16. O ESSENZA DELLA NEGLIGENZA!

Miriadi di lingue mistiche trovano espressione in un solo discorso e miriadi di misteri nascosti sono rivelati in una singola melodia; eppure, ohimè‚ non v’è orecchio che oda né cuore che intenda.

17. O COMPAGNI!

Le porte che si aprono di là dallo Spazio sono spalancate e la dimora dell’Amato è adornata col sangue degli amanti, eppure tutti, tranne pochi, rimangono privi di questa città celestiale, e anche fra questi pochi, tranne un piccolissimo manipolo, non s’è trovato alcuno che avesse cuore puro e spirito santificato.

18. O ABITATORI DELL’ECCELSO PARADISO!

Proclamate a tutti i figli della certezza, che nei reami della santità, nei pressi del celestiale paradiso, è apparso un nuovo giardino intorno al quale incedono i cittadini del supremo regno e gli immortali abitatori dell’eccelso Paradiso. Sforzatevi dunque di raggiungere quello stadio, onde possiate scoprire nei suoi anemoni i misteri dell’amore e dai suoi eterni frutti apprendere il segreto della divina e perfetta saggezza. Ricreati sono gli occhi di coloro che v’entrano e vi dimorano!

19. O AMICI MIEI!

Avete dimenticato quel puro e radioso mattino nel quale, in quei sacri e benedetti luoghi, eravate tutti radunati in Mia presenza all’ombra dell’albero della vita piantato nel paradiso d’ogni gloria? Attoniti e reverenti Mi ascoltaste mentre proferivo questi tre santissimi precetti: “O amici! Non anteponete il vostro volere al Mio; non desiderate mai ciò che Io non ho desiderato per voi; non vi avvicinate a Me con cuori inerti, inquinati da desideri e bramosie mondane”. Sol che santificaste le vostre anime, ricordereste in quest’ora quel luogo e le sue adiacenze, e la verità del Mio detto sarebbe palesata a voi tutti. Nell’ottava delle santissime righe, nella quinta Tavola del Paradiso, Egli dice:

20. O VOI CHE GIACETE COME MORTI SUL GIACIGLIO DELL’IGNAVIA!

Epoche ed epoche son passate e le vostre vite preziose sono pressoché alla fine, eppure non un solo alito di purezza da parte vostra ha raggiunto la Nostra corte di santità. Pur immersi nell’oceano della miscredenza, tuttavia con le vostre labbra voi professate l’unica vera fede di Dio. Colui che Io aborro l’avete amato e del Mio nemico avete fatto un amico. E nondimeno camminate sulla Mia terra compiaciuti e soddisfatti di voi stessi, ignorando che la Mia terra è stanca di voi e che ogni cosa in essa vi schiva. Sol che apriste gli occhi, in verità, preferireste una miriade di dolori a questa gioia, e valutereste anche la morte migliore di questa vita.

21. O MOBILE FORMA DI POLVERE!

Io desidero la comunione con te, ma tu non hai voluto confidare in Me. La spada della tua ribellione ha abbattuto l’albero della tua speranza. Io ti sono vicino in ogni istante, ma tu sei sempre lungi da Me. Io ho voluto per te una gloria imperitura, ma tu hai scelto vergogna senza fine. Ritorna finché sei ancora in tempo e non perdere questa tua occasione.

22. O FIGLIO DEL DESIDERIO!

I dotti e i saggi hanno lottato lunghi anni per giungere alla presenza del Gloriosissimo e hanno fallito; hanno speso tutta la vita nella ricerca di Lui, eppure non hanno visto la beltà del Suo sembiante. Tu senza il minimo sforzo hai raggiunto la mèta e, senza cercare, hai ottenuto l’oggetto della tua ricerca. E ciò nonostante sei rimasto così avvolto nei veli dell’egoismo, che i tuoi occhi non hanno visto la bellezza dell’Amato, né le tue mani hanno toccato il lembo della Sua veste. O voi che avete occhi, mirate e meravigliatevi.

23. O ABITATORI DELLA CITTÀ DELL’AMORE!

Raffiche del mondo mortale hanno investito la fiaccola eterna, e la bellezza del Giovane celestiale è velata nell’oscurità della polvere. Il re dei re dell’amore è oppresso dalla gente della tirannia e la colomba della santità langue prigioniera fra gli artigli delle strigi. Gli abitatori del padiglione della gloria e le moltitudini celesti si dolgono e gemono, mentre voi riposate nel regno della negligenza e vi considerate amici veri. Com’è vano il vostro immaginare!

24. O VOI CHE SIETE SCIOCCHI! SEBBENE ABBIATE NOME DI SAGGI!

Perché vi camuffate da pastori, quando internamente siete divenuti lupi bramosi delle Mie greggi? Siete come la stella che spunta prima dell’alba, che, pur sembrando radiosa e fulgente, trae i viandanti della Mia città fuorché di strada sui sentieri della perdizione.

25. O VOI CHE SEMBRATE GIUSTI, MA INTERNAMENTE SIETE CORROTTI!

Siete come l’acqua limpida ma amara che all’apparenza è pura e cristallina, ma della quale, quando sia saggiata dal divino Saggiatore, non una goccia è accettabile. Sì, il raggio del sole cade ugualmente sulla polvere e sullo specchio, eppure essi differiscono nel riflettere la luce così come la stella differisce dalla terra: anzi incommensurabile è la differenza!

26. O AMICO MIO A PAROLE!

Pondera un istante. Hai mai sentito dire che amico e nemico convivano in uno stesso cuore? Scaccia dunque l’estraneo affinché l’Amico possa entrare nella sua dimora.

27. O FIGLIO DELLA POLVERE!

Tutto ciò che è in cielo e in terra, Io l’ho predisposto per te, tranne il cuore umano che ho fatto dimora della Mia bellezza e della Mia gloria; eppure tu hai donato la Mia casa e la Mia dimora ad altri che Me, e ogni qual volta la manifestazione della Mia santità cercò la Sua dimora vi trovò un estraneo e, spodestata, s’affrettò al santuario dell’Amato. Pur nondimeno ho tenuto celato il tuo segreto e non ho voluto la tua vergogna.

28. O ESSENZA DEL DESIDERIO!

Più di un’alba dai regni oltre lo Spazio Mi volsi verso la tua dimora e ti trovai sul letto dell’infingardaggine, occupato d’altri anziché di Me. Rapido come il lampo dello Spirito, ritornai allora ai regni della gloria celestiale e non ne feci motto nel Mio ritiro eccelso alle coorti della santità.

29. O FIGLIO DELLA MUNIFICENZA!

Dai deserti del nulla, con la creta del Mio comando ti feci apparire, predisponendo ogni atomo esistente e l’essenza di ogni cosa creata per il tuo addestramento. Così, prima che tu uscissi dal grembo di tua madre, destinai per te due fontane di rilucente latte, occhi a vigilarti e cuori per amarti. Nel Mio tenero amore, ti nutrii all’ombra della Mia misericordia, e ti salvaguardai con l’essenza della Mia grazia e del Mio favore. E il Mio scopo in tutto ciò era che tu potessi raggiungere il Mio perpetuo dominio e divenire degno delle Mie invisibili elargizioni. Eppure tu rimanesti apatico e, divenuto adulto, ponesti in non cale i Miei favori e t’occupasti delle tue vane fantasie, in tal guisa che divenisti completamente immemore, e, allontanandoti dalle porte dell’Amico, prendesti dimora nelle corti del Mio nemico. 30. O SCHIAVO INCATENATO DEL MONDO! Più di un’alba, la brezza del mio tenero amore spirò su di te e ti trovo profondamente addormentato sul letto dell’accidia. Commiserando allora la tua triste sorte, essa ritornò là donde era venuta.

31. O FIGLIO DELLA TERRA!

Se vuoi aver Me, non cercare altri che Me; se vuoi contemplare la Mia bellezza, chiudi gli occhi al mondo e a tutto ciò che è in esso; poiché il Mio volere e il volere d’altri che Me, così come l’acqua e il fuoco, non possono dimorare assieme nello stesso cuore.

32. O AMICO SCONOSCIUTO!

La fiaccola del tuo cuore è accesa dalla mano del Mio potere, non la spegnere con i venti ostili dell’egoismo e della passione. Il balsamo di tutti i tuoi malanni è la rimembranza di Me, non lo dimenticare. Fa’ del Mio amore il tuo tesoro e tienilo caro come la vista, come la vita.

33. O MIO FRATELLO!

Presta ascolto alle dilettose parole della Mia lingua melata e dalle Mie labbra zuccherine dissetati al rivo della santità mistica. Spargi i semi della Mia sapienza divina sul puro terreno del tuo cuore e annaffiali con l’acqua della certezza, affinché i giacinti del Mio sapere e della Mia saggezza crescano rigogliosi e verdi nella sacra città del tuo cuore.

34. O ABITATORI DEL MIO PARADISO!

Con mani di tenero amore, ho piantato nel santo giardino del paradiso l’alberello del vostro amore e della vostra amicizia e l’ho annaffiato con le benefiche piogge della Mia tenera grazia. Adesso che l’ora della fruttificazione è giunta, ingegnatevi di proteggerlo e di non lasciarlo consumare dalle fiamme del desiderio e della passione.

35. O MIEI AMICI!

Spegnete la lampada dell’errore e accendete nei cuori la fiaccola eterna della guida divina. Poiché fra non molto i saggiatori dell’umanità, alla sacra presenza dell’Adorato, non accetteranno null’altro che purissima virtù e azioni d’immacolata santità.

36. O FIGLIO DELLA POLVERE!

Savi sono coloro che non parlano se non ottengono udienza, così come il coppiere il quale non porge la sua coppa finché non trova chi la chieda, e come l’amante che non grida l’ardore dalle profondità del cuore finché non posa lo sguardo sulla bellezza dell’amata. Spargi dunque i semi della saggezza e del sapere nel puro terreno del cuore e tienili celati finché i giacinti della divina saggezza sboccino dal cuore, e non dal fango e dalla mota. Nel primo rigo della Tavola è registrato e scritto, e dentro il santuario del tabernacolo di Dio è celato:

37. O MIO SERVO!

Non abbandonare un dominio eterno per ciò che è perituro, e non gettar via la sovranità celeste per un desiderio mondano. Questo è il fiume della vita eterna che è sgorgato dalla sorgente della penna del Misericordioso. Beati coloro che ne bevono!

38. O FIGLIO DELLO SPIRITO!

Infrangi la tua gabbia e, simile alla fenice dell’amore, librati nel firmamento della santità. Dimentica te stesso e, animato dallo spirito della misericordia, dimora nel regno della celeste santità.

39. O PROGENIE DELLA POLVERE!

Non ti contentare degli agi di un giorno fuggente e non ti privare del perenne riposo. Non barattare il giardino della delizia eterna per la polvere di un mondo mortale. Ascendi dalla tua prigione alle gloriose superne pianure e dalla tua gabbia mortale spicca il volo verso il paradiso oltre lo Spazio.

40. O MIO SERVO!

Liberati dai ceppi di questo mondo, e svincola l’anima dalla prigione dell’egoismo. Cogli questa occasione, ché non ti sarà più data.

41. O FIGLIO DELLA MIA ANCELLA!

Se tu potessi mirare la sovranità immortale, ti sforzeresti di lasciare questo mondo fugace. Ma il celarti l’uno e lo svelarti l’altro è un mistero che niuno, tranne chi è puro di cuore, può comprendere.

42. O MIO SERVO!

Purifica il tuo cuore dalla malignità e, scevro d’invidia, entra nella divina corte della santità.

43. O MIEI AMICI!

Camminate sui sentieri del compiacimento dell’Amico, e sappiate che il Suo compiacimento è nel compiacimento delle Sue creature. Ciò significa: che niuno dovrebbe entrare nella casa dell’amico se non col suo consenso, né por mano sui suoi tesori, né anteporre la propria volontà alla sua, né cercare in alcun modo d’avvantaggiarsi su di lui. Meditate, o voi che avete intuito!

44. O COMPAGNO DEL MIO TRONO!

Non ascoltare e non vedere alcun male, non degradarti, non sospirare, né piangere. Non dire il male, affinché tu possa non udire il male che ti vien detto, e non esagerare le colpe degli altri, affinché le tue possano non apparire grandi; non desiderare l’avvilimento di alcuno, affinché non sia palesato il tuo. Vivi dunque i giorni della tua vita, che sono meno di un fugace istante, con mente immacolata, cuore incontaminato, pensieri puri e natura santificata, cosicché, libero e felice, tu possa deporre questa spoglia mortale, rifugiarti nel mistico paradiso e dimorare per sempre nel regno eterno. 45. AHIMÈ! AHIMÈ! O AMANTI DEI DESIDERI MONDANI! Veloci come la folgore voi siete passati accanto all’Amato e avete dato i vostri cuori in balia di fantasie sataniche. Vi prosternate dinanzi alle vostre vane immaginazioni e le chiamate verità. Volgete gli occhi verso la spina e la chiamate fiore. Non un alito puro avete esalato, né l’aura della rinunzia ha spirato dai prati di vostri cuori. Avete disperso al vento gli amorevoli consigli dell’Amato, cancellandoli completamente dalla tavola dei vostri cuori: simili alle bestie dei campi, v’aggirate e vivete fra i pascoli del desiderio e della passione.

46. O FRATELLI SULLA VIA!

Perché avete trascurato di menzionare l’Amato e vi tenete lontani dalla Sua sacra presenza? L’essenza della bellezza è nell’impareggiabile padiglione, assisa sul trono della gloria, mentre voi v’affannate in vane contese. I sacri aromi della santità esalano e il soffio della munificenza spira, eppure voi ne siete privi e siete tutti in grave angoscia. Miseri voi e miseri coloro che camminano sul vostro sentiero e seguono le vostre orme!

47. O FIGLI DEL DESIDERIO!

Deponete le vesti della vanagloria e spogliatevi dell’abito dell’alterigia. Nella terza delle santissime righe, scritte e registrate nella Tavola di Rubino dalla penna dell’invisibile, è rivelato questo:

48. O FRATELLI!

Siate tolleranti gli uni con gli altri e non ponete il vostro affetto sulle cose di quaggiù. Non insuperbite della vostra gloria e non vi vergognate dell’avvilimento. In nome della Mia bellezza! Ho creato tutte le cose dalla polvere e in polvere tornare le farò.

49. O FIGLIOLI DELLA POLVERE!

Narrate al ricco quanto sospiri il povero nel colmo della notte, affinché l’indifferenza non lo conduca sulla via della distruzione e non lo privi dell’Albero dell’Opulenza. Il donare e l’essere generosi sono attributi Miei; beato colui che s’adorna delle Mie virtù.

50. O QUINTESSENZA DELLA PASSIONE!

Deponi ogni cupidigia e sii pago, poiché il cupido è stato sempre in privazioni e il pago sempre amato e lodato.

51. O FIGLIO DELLA MIA ANCELLA!

Non turbarti nella povertà e non essere fiducioso nella ricchezza, poiché alla povertà segue la ricchezza e alla ricchezza la povertà. Eppure l’esser povero di tutto eccetto Dio è un dono mirabile; non ne sminuire il valore, poiché alla fine ti farò ricco in Dio e così conoscerai il significato del detto “In verità voi siete i poveri” e le sacre parole “Iddio è colui che tutto possiede” risplenderanno gloriosamente, come l’alba all’apparir del giorno, sull’orizzonte del cuore dell’amante e rimarranno salde sul trono dell’opulenza.

52. O FIGLIOLI DELLA NEGLIGENZA E DELLA PASSIONE!

Avete permesso al Mio nemico d’entrare nella Mia casa e scacciato il Mio amico, poiché avete serbato nel santuario del vostro cuore l’amore per altri che Me. Date ascolto ai detti dell’Amico e volgetevi verso il Suo paradiso. Gli amici mondani, alla ricerca del loro vantaggio, sembrano amarsi, mentre il vero Amico vi ha amato e tuttora vi ama per voi stessi. In verità per guidarvi Egli ha sofferto innumerevoli calamità. Non mancate di fede a un tale Amico, bensì accorrete a Lui. Quest’è l’astro della parola di verità e di fede, sorto sull’orizzonte della penna del Signore d’ogni Nome. Tendete le orecchie affinché possiate udire la parola di Dio Che aiuta nel pericolo e Che da Sé esiste.

53. O VOI CHE V’INORGOGLITE DELLE RICCHEZZE PERITURE!

Sappiate in verità che la ricchezza è una potente barriera tra il ricercatore e l’oggetto del suo desiderio, tra l’amante e l’oggetto del suo amore. I ricchi, tranne alcuni, non giungeranno mai alla corte della Sua presenza, né entreranno nella città dell’appagamento e della rassegnazione. Meritevole è quindi chi, pur essendo ricco, non è dalle sue ricchezze tenuto lontano dal reame eterno, né privato del dominio imperituro. Nel Nome Supremo! Lo splendore d’un uomo così opulento illuminerà gli abitatori dei cieli, così come il sole illumina le genti della terra! 54. O VOI RICCHI DELLA TERRA!

I poveri fra voi sono il Mio pegno; prendetene cura e non siate intenti soltanto al vostro benessere!

55. O FIGLIO DELLA PASSIONE!

Tèrgiti dalla contaminazione delle ricchezze e procedi in pace perfetta nel regno della povertà, cosicché dalla fonte della rinunzia tu possa libare il vino della vita immortale.

56. O FIGLIO MIO!

La compagnia dell’empio accresce il dolore, mentre l’amicizia del giusto deterge la ruggine dal cuore. Colui che cerca la comunione con Dio vada a cercare la compagnia dei Suoi amati; e chi desidera ascoltare la parola di Dio, presti orecchio alle parole dei Suoi prescelti.

57. O FIGLIO DELLA POLVERE!

Bada! Non praticare l’empio e non associarti con lui, perché la sua compagnia tramuta la radiosa luce del cuore in fuoco infernale.

58. O FIGLIO DELLA MIA ANCELLA!

Se agogni la grazia dello Spirito Santo, entra in comunanza col giusto, poiché egli ha bevuto alla coppa della vita eterna dalle mani dell’immortale Coppiere e, così come il vero mattino, illumina e risuscita i cuori dei morti.

59. O INDIFFERENTI!

Non crediate che i segreti dei cuori siano nascosti; tutt’altro. Sappiate con certezza che essi sono incisi a chiare lettere apertamente visibili al sacro Cospetto.

60. O AMICI!

In verità vi dico: qualunque cosa abbiate celata nel cuore Ci è chiaramente manifesta come la luce del giorno; ma che ciò sia celato è per Nostra grazia e Nostro favore e non perché voi lo meritiate.

61. O FIGLIO DELL’UOMO!

Dall’insondabile oceano della Mia misericordia, feci cadere sui popoli del mondo una goccia di rugiada, eppure non trovai nessuno ad accoglierla, poiché ogni uomo s’è distolto dal vino celestiale dell’Unità per volgersi verso le sozze fecce dell’impurità e, pago della coppa mortale, ha messo da parte il calice della bellezza immortale. Abietto è ciò di cui si è appagato.

62. O FIGLIO DELLA POLVERE!

Non distogliere gli occhi dall’impareggiabile vino dall’Amato immortale e non li volgere sulle sozze fecce mortali. Prendi dalle mani del divino Coppiere il calice della vita immortale, affinché ti sia data ogni saggezza e tu possa ascoltare la mistica voce che chiama dal regno dell’invisibile. Levate alte grida, o voi che avete basse mire! Perché abbandonaste il Mio vino santo e immortale per l’evanescente acqua?

63. O POPOLI DEL MONDO!

Sappiate in verità che un’impreveduta calamità v’insegue e una dolorosa punizione v’attende. Non crediate che le azioni che commesse siano state occultate alla Mia vista. Per la Mia bellezza! Ogni vostro atto è stato inciso dalla Mia penna, a chiare lettere, su tavole di crisòlito.

64. O OPPRESSORI SULLA TERRA!

Ritraete le mani dalla tirannia poiché Mi sono impegnato a non perdonare alcuna ingiustizia. Questo è il Mio patto, che ho irrevocabilmente decretato nella tavola nascosta e suggellata col Mio sigillo.

65. O RIBELLI!

La Mia indulgenza v’ha imbaldanziti e la Mia tolleranza v’ha resi negligenti in tal guisa che avete spronato il focoso destriero della passione per le perigliose vie che conducono alla distruzione. Credete voi che fossi sbadato o inconsapevole?

66. O GENTE ERRANTE!

Vi diedi la lingua per far menzione di Me, non la contaminate con la calunnia. Se la fiamma dell’egoismo vi sopraffà, rammentate le vostre colpe e non quelle delle Mie creature, inquantoché ciascuno di voi conosce se stesso meglio degli altri.

67. O FIGLIOLI DELLA FANTASIA!

Sappiate in verità che allorquando l’alba radiosa irromperà sull’orizzonte dell’eterna santità, i segreti satanici e le azioni compiute nel buio della notte saranno esposti nudi e palesi innanzi ai popoli della terra.

68. O ERBA NATA DALLA POLVERE!

Perché queste tue mani imbrattate non hanno toccato prima le tue vesti e perché, col cuore contaminato dal desiderio e dalla passione, cerchi d’entrare in comunione con Me e di penetrare nel Mio sacro regno? Lungi, ben lungi voi siete da ciò che desiderate! 69. O FIGLI D’ADAMO!

Le sante parole e le azioni pure e pie ascendono al paradiso della gloria celestiale. Sforzatevi affinché le vostre azioni mondate dalla polvere dell’egoismo e dell’ipocrisia trovino favore alla corte della gloria, poiché fra non molto i saggiatori dell’umanità, alla santa presenza dell’Adorato, non accetteranno altro che virtù assoluta e azioni d’immacolata purezza. Quest’è l’astro della saggezza e del divino mistero che ha brillato sull’orizzonte del volere divino. Benedetti coloro che vi si volgono.

70. O FIGLIO DELLA MONDANITÀ!

Dilettoso è il regno dell’esistenza, sol che tu possa penetrarvi; glorioso il dominio dell’eternità, sol che tu travalichi il mondo mortale; dolce la santa estasi, sol che tu beva al mistico calice dalle mani del Giovane celestiale. Se tu raggiungessi questo stato, saresti liberato dalla distruzione e dalla morte, dalla fatica e dal peccato.

71. O AMICI MIEI!

Rammentate il patto che avete stipulato con Me sul Monte di Paran, situato entro i sacri domini di Zaman. Ho preso a testimoni le moltitudini dei cieli e gli abitatori della città eterna, eppure ora non trovo più uno che sia fedele al patto. Indubbiamente l’orgoglio e la ribellione l’hanno cancellato dai cuori in tal guisa che non ne rimane traccia. Ma pur sapendolo, attesi e non lo palesai.

72. O MIO SERVO!

Tu sei come una spada di tempra finissima celata nel buio della sua guaina, il cui pregio è ignoto all’artefice. Epperciò, svincolati dalla guaìna dell’egoismo e del desiderio, affinché il tuo valore si faccia risplendente e manifesto a tutto il mondo.

73. O AMICO MIO!

Tu sei l’astro dei cieli della Mia santità, non permettere che le contaminazioni del mondo offuschino il tuo splendore. Lacera i veli dell’incuria, affinché tu possa emergere risplendente dalle nubi e adornare tutte le cose con il manto della vita.

74. O FIGLIOLI DELLA VANAGLORIA!

Per una sovranità fugace, avete abbandonato il Mio dominio imperituro e vi siete adornati con la gaia livrèa del mondo menandone vanto. Per la Mia bellezza! Tutti Io radunerò sotto il manto unicolore della polvere, distruggendo tutti questi diversi colori eccetto coloro che scelgono il Mio, che equivale a mondarsi da ogni colore.

75. O FIGLIOLI DELLA NEGLIGENZA!

Non riponete i vostri affetti sulla sovranità mortale e non gioitene. Voi siete per l’appunto come l’uccello incauto che fiducioso gorgheggia sul ramo, finché ad un tratto la Morte uccellatrice lo getta nella polvere e le melodie, la forma ed il colore scompaiono senza lasciare traccia. E perciò state attenti, o schiavi del desiderio!

76. O FIGLIO DELLA MIA ANCELLA!

La guida è sempre stata data con le parole, e ora è data con azioni. Ognuno deve palesare azioni pure e sante, perché le parole appartengono a tutti, mentre tali azioni appartengono soltanto ai Nostri prediletti. Prodigatevi adunque con tutto il cuore e con tutta l’anima per distinguervi con le vostre azioni. Tale è il Nostro consiglio in questa santa e risplendente tavola.

77. O FIGLIO DELLA GIUSTIZIA!

Nottetempo la bellezza dell’Essere immortale si è rifugiata dalle alture smeraldine della fedeltà sotto il Sadratu’l-Muntahá e ha pianto un tal pianto che le moltitudini dei cieli e gli abitatori dei regni superni gemettero ai Suoi lamenti. Fu chiesto allora: Perché questi gemiti e pianti? Egli rispose: Com’era stato richiesto, Mi soffermai in attesa sul colle della fedeltà, ma non Mi giunse la fragranza della fedeltà da coloro che dimorano in terra. Indi, richiamato indietro, vidi, ohimè‚ talune colombe di santità crudelmente tormentate fra le unghie dei cani della terra. E allora la Fanciulla del cielo s’affrettò ad uscire, splendida e senza veli, dalla Sua mistica magione e chiese i loro nomi e tutti le furon detti tranne uno. Alla sua insistenza, la prima lettera ne fu proferita, al che gli abitatori delle camere celesti irruppero dalla loro abitazione di gloria. E mentre la seconda lettera era pronunziata, essi caddero, dal primo all’ultimo, giù nella polvere. In quell’istante dal più recondito santuario si udì una voce: “Fin qui e non oltre”. In verità Noi diamo testimonianza di quel che essi hanno compiuto e stanno ora compiendo.

78. O FIGLIO DELLA MIA ANCELLA!

Dalla lingua del Misericorde dissètati al rivo del divino mistero che fluisce e mira nella fonte della parola divina lo splendore svelato dell’astro della sapienza. Spargi i semi della Mia saggezza divina nel puro terreno del cuore e annaffiali con le acque della certezza, affinché i giacinti del sapere e della saggezza possano sbocciare verdi e rigogliosi dalla sacra città del cuore.

79. O FIGLIO DEL DESIDERIO!

Per quanto tempo ti librerai nei regni del desiderio? Ti ho concesso le ali affinché tu potessi volare verso i regni della mistica santità e non verso le regioni della fantasia satanica. Il pettine anche ti ho donato affinché tu potessi ravviare le Mie ciocche corvine e non per lacerare la Mia gola!

80. O MIEI SERVI!

Voi siete gli alberi del Mio giardino; dovete produrre benefici e meravigliosi frutti, acciocché voi e gli altri possiate profittarne. Epperciò incombe ad ognuno l’obbligo di darsi ad arti o professioni, perché in esse sta il segreto della ricchezza, o uomini che capite! Poiché i risultati dipendono dai mezzi, e la gloria di Dio vi sarà in tutto sufficiente. Gli alberi che non danno frutto sono stati e saranno sempre destinati al fuoco!

81. O MIO SERVO!

Gli uomini più abbietti sono quelli che non danno frutto sulla terra. Tali uomini in verità sono considerati fra i morti, anzi al cospetto di Dio valgono più i morti che non codeste anime oziose e ignave.

82. O MIO SERVO!

I migliori degli uomini sono quelli che si guadagnano da vivere col proprio lavoro e spendono i loro proventi a beneficio proprio e del loro prossimo per amor di Dio, il Signore di tutti i mondi.

La sposa mistica e meravigliosa fino ad ora nascosta sotto i veli della favella, è stata ora, per grazia di Dio e del Suo divino favore, palesata così come la luce risplendente che irradia dalla bellezza del Dilettissimo. Io fo’ testimonianza, o amici, che il favore è completo, la discussione esaurita, la prova manifesta e l’evidenza accertata. Mostrate che cosa riveleranno i vostri tentativi sul sentiero della rinunzia. In tal guisa il divino favore è stato pienamente largito a voi e a tutti coloro che sono in cielo e in terra. Ogni lode a Dio, il Signore di tutti i Mondi!

 

Parte Prima (dall’arabo)